Ve li meritate i falsi invalidi

Metti che un giorno tua moglie sta andando al lavoro in bicicletta. Un attimo di sbandamento, perdita di equilibrio e finisce per terra. Fortunatamente nulla di grave, solo qualche graffio e qualche contusione. Tutto il resto e’ noia quando ti capita un piccolo incidente e non ti procuri danni seri. Dopo i controlli di routine al P.S., circa 645 persone ci suggeriscono/obbligano l’apertura della pratica di infortunio sul lavoro. Si, esiste. Anche durante il tragitto da/verso il lavoro e si chiama infortunio in itinere.
Bene. Solito superfantagiro burocratico con carte, cartuzze e dichiarazioni varie tipo dichiaro di essermi fatto male e il medico del P.S. e’ daccordo con me!!. Visita all’INAIL e chiusura dell’infortunio per guarigione delle botte.
L’INAIL ci invia a casa un modulo da compilare con 8 milioni di domande sui servizi pubblici, orari dei bus, distanza lavoro-casa-lavoro, buche nell’asflato, il cognome da nubile della nonna e l’eventuale numero di peli pubici che accidentalmente sarebbero potuti finire in mezzo ai raggi della bicicletta. Lo compiliamo con cura e con onesta’ e dopo una decina di giorni l’INAIL ci risponde piu’ o meno così: i giorni di infortunio non le verranno pagati perche’ lei andava al lavoro su un mezzo privato NON necessario…..
Cioe’ uno sceglie di andare al lavoro in bicicletta per evitare di prendere la macchina per l’inquinamento e balle varie e gli viene contestato di aver usato un mezzo proprio in quanto non necessario ? E se andavo a piedi ? Le gambe sono considerate mezzo privato non necessario ? No, magari me le taglio e mi faccio accompagnare in carrozzina da uno pagato da voi….

Insomma, cari miei, ma andate un po’ a cagare.
Ve li meritate gli “ALBERTOSORDI” e i FALSINVALIDI. Ve li meritate.